Nella Gazzetta Ufficiale del 13 Gennaio 2012 è stato pubblicato il Decreto Presidenziale del 23 Dicembre 2011 dal titolo “Approvazione del protocollo di intesa per l’attuazione del Sistema Regionale Integrato socio-sanitario in Sicilia”.

La pubblicazione contiene in sé già due notizie: la prima, che in Regione Sicilia deve ancora attuarsi un Sistema Regionale Integrato Socio-Sanitario; la seconda, che si muovono importanti passi per un’integrazione socio-sanitaria. La Prima notizia era ben nota a cittadini ed operatori del settore; la seconda è un fervido auspicio per tutti.

Ma la terza notizia è una domanda: come sarà compiuta e cosa porterà l’integrazione socio-sanitaria in Sicilia?

A questa domanda dovrebbe dare risposta il “Coordinamento tecnico interassessoriale per l’integrazione socio sanitaria” previsto dal Decreto Presidenziale in commento con il “… compito di formulare indicazioni e proposte sulle aree specifiche e iniziative…”.

Gli Assessorati alla Salute ed alla Famiglia e Politiche Sociali – ricordando che in Disegno di Legge pendente innanzi all’Assemblea Regionale Siciliana è prevista la “fusione” dei due Assessorati in un unico “Assessorato regionale della salute e delle politiche sociali” – si impegnano a “voler promuovere su tutto il territorio azioni trasversali sinergiche, protese all’attuazione di un sistema integrato di interventi e servizi sanitari e sociali, conformato a criteri di efficacia, efficienza, economicità, trasparenza e solidarietà e commisurato ai bisogni effettivi e plurimi dei cittadini siciliani”.

Il protocollo d’intesa, così riconosce che “In tal modo, superando la frammentarietà dei due ambiti e, a partire dalle rispettive competenze, riorganizzando una architettura inter-istituzionale che esprima indirizzi unitari di programmazione, organizzazione e gestione degli interventi…”.

Le finalità, così, sono molteplici.

Di sicuro, però, si crede sia necessario rivedere quei principi legislativi – validi ma vetusti – posti dalle Leggi Regionali degli anni ’80; così come dovrebbe darsi più corretta esecuzione a quei principi legislativi nazionali degli anni ’90 e 2000, che hanno trovato difficile o controversa applicazione in Regione Sicilia.

Così, non sembra irragionevole (ma, anzi, assai utile per l’efficienza, efficacia ed economicità nonché per la certezza ed uniformità dell’azione amministrativa) se ciò comporti una rivisitazione delle modalità di accreditamento dei servizi nel sociale – ad oggi sostanzialmente demandati ai singoli distretti socio-sanitari; una rivisitazione dei servizi erogati alle persone, ed una rivisitazione della modalità di accesso (integrata) ad essi.

Per questo il protocollo suddetto chiaramente afferma che: “L’integrazione socio-sanitaria si prefigura “l’obiettivo di individuare una metodologia di programmazione unitaria che, superando la frammentarietà del sistema, definisca metodi, percorsi e strumenti di lavoro, ottimizzando le risorse, evitando sovrapposizione e determinando le condizioni per il possibile valore aggiunto di sistema”.

Si condivide pienamente, pertanto, il suddetto obiettivo.

Non vi dubbio che è mancata ultimamente una programmazione unitaria o, quantomeno, è stata assai complessa raggiungerla.

Così come,  non vi è dubbio come il sistema sia stato estremamente frammentario, a discapito dell’efficienza, efficacia, imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa e, quindi, della quantità e qualità di servizi erogati alla cittadinanza.

Ma sarà possibile raggiungere l’integrazione socio-sanitaria solo se (e se prima) si attua l’accesso ai servizi attraverso un canale unico, basato sulla valutazione multidimensionale del bisogno attraverso la stesura di una progettazione individualizzata e personalizzata dei bisogni e servizi di cui necessita la persona/utente.

Non mancano, ovviamente, gli interrogativi a cui sarà necessario dare risposta nei prossimi tempi.

Tra questi, ad esempio:

1) “la ridefinizione delle tipologie delle strutture residenziali, semiresidenziali ed a carattere socio-assistenziale e socio-sanitario”;

2) “definizione delle rette a carico dei comuni e a carico delle ASP”

3) “attivazione del piano triennale per le disabilità, secondo le previsioni del PSR 2011-2013…”.

E’ forse giunta l’ora per una rivisitazione delle discipline socio-assistenziali e socio-sanitarie in Regione Sicilia, verso una “vera” integrazione socio-sanitaria che si auspica essere capace di condurre ad una semplificazione delle procedure e ad un miglioramento della qualità dei servizi offerti e della soddisfazione dei cittadini.

Nel contempo, di certo, si dovrà aver cura di valorizzare il buono esistente, così come di essere disposti a modificare (in meglio) le criticità sofferte dall’amministrazione, dalle strutture erogatrici di servizio e dall’utenza a cui si è al servizio.

Gennaio 2012

Avv. Francesco Marcellino

 

 

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